Credo che nessuno, tranne lui, possa sapere cosa passava per la mente di Daniele Curto durante la ricognizione del SuperG, ultima gara dei mondiali di sci alpino a Seefeld in Austria. Dopo due uscite per un nulla nel gigante e nello speciale, quante volte si sarà fatto la domanda: “Partire a tutta per cercare il podio contro i fortissimi giapponesi rischiando, magari, di uscire un’altra volta, oppure partire con il freno a mano tirato per poter finalmente tagliare il traguardo?”

Probabilmente potremmo saperlo chiedendolo solo al diretto interessato nei prossimi giorni quando smaltirà l’adrenalina che sicuramente avrà ancora in corpo.
Una scelta quanto mai difficile soprattutto per non avere rimpianti ed avere la certezza di aver fatto quella giusta. Non so quanti di noi, trovandosi nella stessa situazione, si fossero presentati al cancelletto di partenza dell’ultima gara mondiale con l’animo sereno.
Da una parte la voglia di dimostrare di aver meritato la convocazione in azzurro con un risultato degno della sua classe; dall’altra la voglia di terminare la gara indipendentemente dal risultato finale.

Qualunque sia stata la scelta di Dany, siamo certi che anche in questa occasione ha voluto dare tutto per dimostrare a tutti di che stoffa sia fatto. Statisticamente le due discese nel gigante e nello speciale portano nel referto finale “nc” ma le statistiche riportano numeri crudi e senza personalità. Fortunatamente noi sappiamo cosa ci sia dietro le due cadute: pochi allenamenti vista la scarsità di neve nelle vicinanze, rinuncia al proprio tempo libero, sacrifici per lui, la famiglia per la sua vita privata, ecc..

Ma questa è anche la legge dello sport: in pochi secondi puoi vedere tutto questo trasformarsi in medaglia, in un piazzamento, in una caduta. Daniele ha dimostrato una grande maturità: si è lasciato alle spalle l’uscita in gigante e la caduta nello speciale dedicando tutta la sua attenzione al SuperG. Ha sciato in modo impeccabile senza trascurare nulla cercando quella medaglia che gli è sfuggita dalle mani per ben due volte. Ha terminato la gara conquistando uno straordinario 5° posto che lo colloca nell’élite mondiale della specialità.
Non dimentichiamoci mai che Daniele per allenarsi deve percorrere centinaia di chilometri e non ha la fortuna di molti suoi amici che escono di casa e devono subito inforcare gli sci per muoversi.

Caro Dany, tutto questo è merito tuo e della tua famiglia e, consentimelo, anche del Vharese che ti ha sempre supportato ed è sempre stato al tuo fianco come è stato al fianco dei nostri altri due sciatori: Sara Ghiselli e Luca Finazzi.

Un grande applauso Dany perché il solo indossare la divisa della nazionale è un sogno che non tutti riescono a realizzare. Tu ci sei riuscito, hai partecipato ai Campionati del mondo, sei salito sul quinto gradino del podio, hai dimostrato di che pasta sei fatto e hai fatto emozionare tutti i componenti della grande famiglia del Vharese.
Sicuramente la prossima volta andrà meglio.

Un grande abbraccio da tutti noi: Forza Daniele, Forza Vharese!